Simeone e la Misericordia.

di Claudio Capretti

Ho vissuto nell’attesa di vedere la tua salvezza o mio Signore, di contemplare il tuo volto o consolazione d’Israele. Oggi, è giunto il tempo in cui i miei occhi vedranno il compimento delle tue promesse.  
Il numero dei miei anni costringe il mio corpo ad avanzare lentamente verso il tuo santo tempio, ma gagliardo è lo spirito che mi sostiene, e ad ogni istante non cessa di ricordare al mio cuore la tua benevolenza, fedele compagna nella mia vita. Tu, o mio Signore, mi hai insegnato a contare i giorni della mia esistenza, concedendomi di giungere alla sapienza del cuore, indispensabile chiave per leggere la tua presenza nella storia di salvezza di questo tuo popolo.  Hai messo nelle mani del tuo servo, tutto ciò che passa, il tempo, i beni, gli affetti, affinché nel saperli impiegare secondo il tuo cuore io possa guadagnare ciò che non passa, godere della tua presenza per l’eternità.  Mi hai nutrito con la tua Parola, che da sempre è  luce ai miei passi  e  i tuoi Salmi,  sussurro giorno e notte. Mi alzo di buon mattino e il tuo nome è già sulle mie labbra, durante il trascorrere della giornata, cerco senza sosta la tua volontà per realizzarla nella mia vita. Ed ogni volta vi  scopro una nuova dolcezza, ogni volta gli occhi del mio cuore scoprono in te nuovi, sconfinati e meravigliosi orizzonti. Quando a sera mi corico, il pensiero del tuo amore si posa sul mio cuore beneficandolo, e la mia gratitudine sale a te come incenso profumato, poiché solo in te riposa l’anima mia.  Vicinanza con te o mio Dio, è fusione in te, è guadagnare  un cuore puro che si lascia plasmare. Tu sei il mio vasaio, io argilla tratta dalla terra che le tue sapienti mani hanno trasformano in opera meravigliosa. Ascoltare la tua Parola ha colmato ogni distanza tra te e me; ogni vuoto riempito, ogni colle spianato, in attesa che si realizzi la promessa che facesti giungere al mio cuore: che i miei occhi vedranno il Salvatore d’Israele.  E’ il tuo santo Spirito che stamane mi spinge verso il luogo dove è la tua presenza, il tempio di Gerusalemme,  luogo dove scoprire le tue vie, così diverse da quelle degli uomini, in quel luogo  i miei occhi contempleranno  la gloria d’Israele, il Messia tanto atteso.
Figlia di Sion, santa Gerusalemme gioisci grandemente, il Signore ti ha castigata per le tue infedeltà, ma avrà ancora pietà per te. Ecco giunge a te il gran Liberatore, viene a portarti la liberazione delle liberazioni, quella dal maligno. Avanza colui che spezzerà il nostro giogo, arriva a te  il santo d’Israele. Nessuno ti chiamerà più “abbandonata”, né la tua terra sarà più detta “Devastata”, ma tu sarai chiamata “Mio compiacimento”, e la tua terra, “Sposata”.  La luce interiore che mi hai donato, mi renderà capace di riconoscerti. Si, ne sono certo, vedendoti il mio cuore palpiterà più forte e si dilaterà e questo sarà il segno con cui ti riconoscerò.  Eccoti, mio Signore, fragile e  indifeso sei venuto in mezzo a noi, solo con gli occhi della fede ti si può riconoscere, solo con la purezza d’animo ti si può accogliere.   Onnipotenza che hai scelto l’onnidebolezza  per manifestarti a noi, che non vieni con segni portentosi affinché il tuo popolo si possa intimorire, ma ti manifesti a noi nella carne di un bambino.  Non ti rendi visibile a noi con una luce abbagliante, affinché nessuno spirito possa aderire a te con la costrizione di una tale potenza, ma vieni a noi nella discrezione di una sottile luce, sufficiente a provocare in noi un atto di fede, una luce non così abbagliante da spazzar via ogni resistenza.
Mirabile conquistatore di cuori armato solo del tuo sconfinato amore per il tuo popolo, che ti affianchi alle tue creature rivestito con la veste regale dell’umiltà, che ancor prima di chiedere vuole donare. Ci potrà mai essere qualcosa di più straordinario? Irrompi nella storia, nella storia di ognuno di noi, per sussurrarci: “Amami, perché io che ti ho creato, ti amo”. Non costrizione, non ingiunzione, ma solo invocazione, affinché nel riconoscere in te l’Inviato del Padre, ognuno di noi possa essere disviato da ciò che genera la morte. Ti benedico Signore, per la tua fedeltà che è da sempre, per la tua misericordia che si rende visibile oggi ai miei occhi e attraverso di essi, consenti di essere visto da infiniti occhi che verranno dopo di me. Hai scelto di venire in mezzo a noi come uno di noi, venuto per condividere la natura umana ad eccezione del peccato. Sei tu colui che il Signore aveva annunciato per mezzo del profeta Isaia: ”Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele”.
Lo stupore, l’incanto, la gratitudine, la gioia vengono in mezzo a noi e  non necessitano di altre parole, poiché la Parola è ora qui in mezzo a noi e rimarrà con noi fino alla fine dei tempi.   Ti benedico Signore, Dio del cielo e della terra, che confondi i sapienti, e solo agli umili concedi di entrare nel tuo cuore. Sii tu benedetto Dio di Abramo, che abbassi i potenti e solo agli ultimi concedi di riconoscerti. Io, Simeone tuo umile e indegno servo ti ringrazio con tutto il mio cuore,  perché la tua promessa ha superato la tua fama e in questo tempo ha trovato il suo compimento. Concedi al tuo servo di accoglierti tra le mie braccia e  di benedirti, ancora senza fine: “Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli:luce per rivelarti alle genti, e gloria del tuo popolo, Israele”.  Benedico te, giovane discendente della casa di Davide, uomo giusto a cui  l’Altissimo ha affidato Suo Figlio. Ti benedico perché hai rinunciato a tutti i tuoi sogni per far posto a qualcosa di infinitamente più grande, il sogno di Dio. L’Onnipotente ti ha affidato quello che non poteva affidare a nessun potente di questa terra, il suo Figlio unigenito e la Vergine che lo ha portato nel suo grembo. A nessun uomo della storia potrà mai toccare tanta altezza divina e tanta umana umiltà. Benedetto sii tu, silenziosa ombra di questa santa famiglia e potente custode della discendenza del Messia. Benedico te giovane donna che per prima hai creduto alla Sua Parola, e questo ha fatto di te  prima discepola e figlia del tuo Figlio, poiché con il tuo si hai dischiuso ciò che il rifiuto a Dio aveva chiuso: le porte del paradiso. Vergine della meraviglia che con la tua obbedienza vieni a noi come l’opposto di Eva. Questa è la donna del vecchio mondo, è l’umanità che si è chiusa nel suo cammino, dando origine a una conseguenza di violenza e di morte. Tu madre della Speranza, sei la donna dal capo alzato in costante cammino, la donna del nuovo mondo, sei la nuova umanità che ascoltando la parola di Dio si lascia condurre per mano dal suo Signore.  ”Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima – affinché siano svelati pensieri dei loro cuori”.  Tu, figlia prediletta del Padre, verrai interamente associata al mistero della redenzione dell’umanità, per suo volere partecipi al dramma redentore, fino a divenirne totalmente serva del Servo sofferente di Jahvé, fino ad abbandonare tuo Figlio nelle mani dei peccatori. In quel drammatico atto supremo giungerai al termine del tuo pellegrinaggio di fede, a te  guarderanno tutti i credenti e ti chiameranno beata. A te donna del silenzio, madre dei dolori e della fede, sede della Sapienza e causa della nostra letizia, ricorreranno tutti i tuoi figli. Attraverso di te, si immergeranno nello sconfinato mare della Divina Misericordia del tuo dilettissimo Figlio, per rinascere a nuove creature.