Don Daniele

Omelie Audio

Catechesi Audio e Video

Riflessioni e Omelie Scritte

S. Messa presieduta a Medjugorje

Novena Natività B. V. Maria

S. Messa Santo Sepolcro

   

Triduo della Divina Provvidenza

 

Rosario

Aderisci alla Preghiera

Monastero Virtuale Home

Testimonianze

Monastero Virtuale Home

Download Depliant

Monastero Virtuale Home

Dati Riepilogativi

Monastero Virtuale Home
Stampa

Pio XI e le leggi razziali

di Claudio Capretti

Esistono pagine della nostra storia nazionale che non ci fanno onore e  vorremmo non fossero mai state scritte. Una di queste è certamente quella delle  leggi anti ebraiche, introdotte nel sistema giuridico dal governo fascista nel mese di settembre del 1938. Sono trascorsi 75 anni da quando tale scempio venne promulgato, ma il dolore, in modo particolare dei nostri fratelli maggiori, gli ebrei, è sempre vivo. Non possiamo far finta che non sia successo nulla, ed è  per questo che occorre mantenere accesa la lampada della storia, alimentarla con l’olio della memoria, affinché questa luce possa preservarci dagli inganni del male e simili mostruosità non abbiano mai più a ripetersi.  Questo articolo ha lo scopo di ricordare un evento così triste, che fu solo l'inizio di una persecuzione molto più feroce nei riguardi degli ebrei, ma anche quello di mettere in evidenza l'atteggiamento che Pio XI  assunse  nei riguardi delle leggi razziali, con l’intento di smontare una delle tante “leggende nere” inerenti ai presunti silenzi della Chiesa a riguardo della questione ebraica. Ma cerchiamo di andare con ordine. Il 5 e il 7 settembre  furono approvati  due decreti leggi che riguardavano gli ebrei; il primo è quello sulla scuola (il cosiddetto “decreto Bottai”); e l'altro inerente  all'espulsione degli ebrei stranieri dal territorio italiano. E' da specificare che già da un anno esistevano delle leggi per la “difesa della razza”, create per scoraggiare l'unione tra gli italiani e le donne delle colonie africane. Il  decreto-legge riguardante la scuola, stabiliva l'espulsione immediata dall'insegnamento delle scuole italiane di ogni ordine e grado, di persone di razza ebraica. Inoltre l'art. 2 statuiva: “ Alle scuole di ogni ordine e grado ai cui studi sia riconosciuto effetto legale, non potranno essere iscritti alunni di razza ebraica”. Lo storico Giovanni Sale evidenzia che la scelta di applicare la legislazione anti ebraica partendo dalle scuole non era casuale, non solo perché entrava in vigore all'inizio dell'anno scolastico, ma anche perché per la prima volta il problema degli ebrei veniva posto dinnanzi alla nazione.  Il secondo decreto riguardava il divieto agli ebrei stranieri di fissare stabile dimora presso i territori dell'Italia e dei territori occupati. Venivano inoltre revocate le concessioni di cittadinanza italiana fatta ad ebrei stranieri posteriormente al 1° gennaio 1919. La maggioranza degli italiani e in modo particolare i cattolici, accolsero con indignazione e con rabbia la legislazione antisemita. Molte furono le lettere inviate al Vaticano con la richiesta che il Santo Padre intervenisse presso Mussolini in favore degli ebrei. Pio XI il 9 settembre tramite il padre gesuita Pietro Tacchi Venturi, trasmise il seguente messaggio a Mussolini: “Il Santo Padre come italiano si rattrista veramente di vedere dimenticata tutta una storia di buon senso italiano, per aprire la porta o la finestra a un'ondata di antisemitismo tedesco”.   Dal canto suo Mussolini il 18 settembre da Trieste, rispose indirettamente che l'Italia non aveva deciso la politica razziale per fare “cosa gradita” alla Germania, aggiungendo inoltre che “l'ebraismo mondiale è sempre stato un nemico giurato del fascismo”.  I due decreti non fecero altro che gettare le basi per una politica ancora più discriminatoria nei confronti degli ebrei italiani. Ciò si verificò il 6 ottobre 1938, quando il Gran Consiglio fascista, adottò le seguenti delibere: 1.Divieto di matrimonio tra italiani/e appartenenti a razze non ariane; 2.Espulsione degli ebrei dal partito fascista; 3.Divieto per gli ebrei di “essere possessori o dirigenti di aziende di qualsiasi natura che impieghino cento o più persone” o “essere possessori di oltre cinquanta ettari di terreno”; 4.Divieto di prestare servizio militare; 5. Allontanamento dagli uffici pubblici; 6. Speciale regolamentazione per l'accesso alle professioni. Gli ebrei, per mezzo di queste disposizioni, venivano inseriti in uno status giuridico diverso da quello degli italiani. Lo stesso giorno, Pio XI, pronunciò un memorabile discorso contro il razzismo e contro l'antisemitismo. Esso non fu divulgato in Italia a causa delle disposizioni date dal ministro Alfieri il 5 agosto 1938  ai prefetti di vietare che i discorsi del Papa contro il razzismo venissero pubblicati da riviste e giornali cattolici. Tutto ciò favorì la causa del razzismo, in quanto diede l'idea che il Santo Padre, per motivi politici, non avesse voluto prendere una posizione chiara.  Riportiamo il punto saliente del discorso che il Papa tenne a Castel Gandolfo davanti a dei pellegrini belgi, facendo riferimento alla parola dell'apostolo Paolo, sulla nostra discendenza spirituale con Abramo: “L'antisemitismo non è compatibile con il sublime pensiero e la realtà evocata in questo testo. L'antisemitismo è un movimento odioso, con cui noi cristiani non dobbiamo avere nulla a che fare. Non è lecito che i cristiani prendano parte all'antisemitismo.

 Noi riconosciamo che ognuno ha il diritto all'autodifesa e che può intraprendere le azioni necessarie per salvaguardare gli interessi legittimi. Ma l'antisemitismo è inammissibile. Spiritualmente siamo tutti semiti”. Sono parole chiarissime pronunciate con dolore che non necessitano di commenti,  che esprimono tutto il disappunto e la sofferenza del Santo Padre per la sciagura che stava per abbattersi sul popolo eletto. In attesa delle disposizioni legislative del Gran Consiglio, la Santa Sede adottò un atteggiamento di prudenza al fine di non esasperare l'animo di Mussolini il quale già da tempo era maldisposto nei riguardi del Papa. In questo momento storico ogni intervento diretto del Vaticano contro il Gran Consiglio, avrebbe solo peggiorato la situazione. A prevalere fu quindi questa linea, con l'intento di salvare il salvabile e non nuocere ulteriormente agli ebrei. Di rilevanza fu un documento che la Santa Sede promulgò per i vescovi, ordinando loro di istruire il clero e quindi di conseguenza i fedeli, sui pericoli delle tesi del razzismo esasperato. Tutto ciò doveva essere fatto con la massima prudenza. Oggi sono in molti che, senza avere una cognizione storica ed una conoscenza di questi fatti, non si fa scrupolo di accusare la Chiesa  di un silenzio e di un'omertà, che mai ci furono.  E' bene ricordarlo con forza, la Chiesa non fu mai spettatrice passiva di tale aberrazione. Essa si adoperò in ogni modo e con ogni mezzo al fine di evitare il peggio e di alleviare le sofferenze degli ebrei. E con altrettanta prudenza e determinazione si mosse  il suo successore Pio XII, attuando tutte quelle misure finalizzate ad alleviare le sofferenze del popolo ebraico. Se Pio  XI avesse fatto ciò che oggi molti reclamano (compreso anche qualche esponente del mondo ebraico), o meglio,  un’accusa frontale contro le leggi razziali e di conseguenza un accusa contro il nazi-fascismo, il popolo ebraico avrebbe  pagato un prezzo molto più alto in vite umane di quello che pagò.  Ed oggi le ideologie del male tramite i loro “pifferai magici”, sarebbero ben felici di accusare la Chiesa che avrebbe fatto meglio ad adottare un atteggiamento più prudente, ne  si farebbero scrupoli a ritenere la Chiesa unica responsabile delle conseguenze nefaste derivate da un’imprudenza che, per grazia di Dio non ci fu. Il male, fin dalle origini non fa altro che fare il suo mestiere, che  in definitiva è quello di nascondere se stesso e di auto assolversi, e una delle sue tattiche  preferite è quella di distogliere l’attenzione su di se accusando Colei (forse l’unica) che realmente lo contrasta, appunto la Chiesa tramite l’operato di santi pontefici come Pio XI e Pio XII. E’ la logica del male che instancabilmente (pur cambiando orchestrali, strumenti e direttori d’orchestra nell’arco della storia), non fa  che ripetere  la consumata musica di sempre con le medesime stonature, che solo un orecchio attento può avvertire.  “La Chiesa” affermava il beato Giovanni XXIII, “ha molti nemici, ma non è nemica di nessuno”. Come è vera e profetica questa affermazione, e ci dice che fino alla fine dei tempi essa sarà perseguitata. Ma  per quanti sforzi il male possa fare attraverso i suoi “sguatteri”, non potrà mai vincere.  Di questo ne abbiamo l’assoluta certezza, poiché è Cristo stesso a dirci tramite la sua Parola: ”Le potenze degli inferi non prevarranno su di essa”  ( Mt 16,18). 

 

 

Aggiungi commento
  • Nessun commento trovato

Traduzione Sito

Libreria


Bibbia CEI

Login

Link Utili

  •  

  •  

  •  

News

 

 







  •  




  •  









  •  




  •  










  •