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 Doni preternaturali

di Franco Piergiacomi


I nostri progenitori, nel paradiso terrestre, possedevano all'inizio la grazia, la grazia santificante. Erano quindi elevati allo stato soprannaturale, e alla fine della loro vita terrena sarebbero stati ammessi alla visione di Dio. È chiaro infatti che Adamo ed Eva all'inizio non vedevano Dio. Essi avevano la fede come noi. Se avessero visto Dio sarebbero stati subito beati e non avrebbero potuto peccare, come invece hanno fatto.
Dunque Adamo ed Eva avevano la grazia santificante. Ma la Chiesa insegna che oltre alla grazia santificante essi avevano anche i cosiddetti "doni preternaturali", cioè dei doni che accompagnavano la grazia santificante e rendevano la vita dell'uomo più bella e più felice.
Vediamo dunque quanti e quali sono questi doni preternaturali ("preternaturali" vuol dire "al di fuori della natura", mentre "soprannaturale" vuol dire "sopra la natura". Il doni preternaturali sono quindi qualcosa di inferiore alla grazia santificante, ma sono comunque al di là e al di sopra delle possibilità della natura). Questi doni preternaturali sono quattro, e precisamente:


1.    l'integrità,
2.    l'immortalità,
3.    l'impassibilità,
4.    la scienza infusa.


Vediamoli uno per uno.


1. L'integrità significa l'immunità dalle passioni disordinate, cioè dalla concupiscenza. La concupiscenza è quella tendenza passionale che sentiamo dentro di noi e che ci spinge al peccato. Sono le passioni della carne che fanno guerra all'anima. Questa concupiscenza non c'era nei nostri progenitori. Leggiamo infatti nella Bibbia (Gen 2,25): "erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna". La vergogna viene solo dopo il peccato. Del resto San Paolo dice chiaramente che la concupiscenza, intesa nel suo senso più ampio, deriva dal peccato e spinge al peccato. Deriva dal peccato, quindi prima del peccato non c'era. Questo tema della concupiscenza sarà al centro delle grandi controversie sulla grazia al tempo di Sant'Agostino, e poi circa mille anni dopo con il protestantesimo, e ancora in seguito con il giansenismo.
2. Il secondo dono preternaturale è quello dell'immortalità. La morte è una conseguenza del peccato originale: se Adamo ed Eva non avessero peccato, non sarebbero morti. La Sacra Scrittura infatti afferma chiaramente che Dio minacciò e decretò la morte come pena della trasgressione al suo comandamento: "se mangerete di quel frutto morrete". E il libro della Sapienza (1,13) dirà che "Dio non ha creato la morte", cioè la morte ce la siamo procurati noi con il peccato. E ancora, sempre il libro della Sapienza (2,24) afferma: "la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo". San Paolo poi è lapidario nella sua affermazione: "a causa di un solo uomo [Adamo] il peccato è entrato nel mondo, e con il peccato la morte" (Rm 5,12). Il dono dell'immortalità va inteso come la possibilità di non morire e non come l'impossibilità di morire: era cioè sempre un dono, non una qualità naturale. I Santi Padri poi pensavano che l'immortalità del corpo fosse procurata dall'albero della vita che era nel Paradiso terrestre.
Bisogna però precisare che l'immortalità non significa che i nostri progenitori avrebbero continuato a vivere per sempre su questa terra. No, essi sarebbero stati trasferiti, per così dire, dal Paradiso terrestre al Paradiso celeste. Ciò però in modo indolore, senza passare attraverso la morte. La morte sarebbe stata sostituita da una specie di trasfigurazione del corpo. Questo è dunque il secondo dono preternaturale: l'immortalità.
3. Il terzo dono preternaturale è l'impassibilità, cioè l'immunità dai dolori. Dove parla la Bibbia di questo dono? Ne parla tutte le volte in cui presenta i dolori e le sofferenze come conseguenza del peccato. Prima del peccato di progenitori vivevano in una condizione di serena felicità (la traduzione latina della Bibbia parla di un giardino di delizie, paradisum voluptatis). La mancanza di dolori non significa però vita oziosa, non significa un dolce far niente. I progenitori e vero, subito dopo la creazione, l'incarico da parte di Dio di coltivare la terra (Gen 2,15), in modo da partecipare in una certa misura all'opera del Creatore. L'uomo quindi avrebbe lavorato, ma senza fatica eccessiva, senza il sudore della fronte. Infatti la punizione del peccato sarà: "lavorerai con il sudore della tua fronte" (Gen 3,19). Non è il lavoro a costituire la punizione, ma il sudore della fronte.
4. Il quarto dono preternaturale è la scienza infusa. Siccome i progenitori furono creati in uno stato adulto e furono i primi maestri ed educatori dell'umanità, era conveniente che fossero dotati da Dio di un sapere conveniente alla loro età e al loro compito, e di quelle conoscenze soprannaturali necessarie al raggiungimento del fine soprannaturale. La profonda scienza di Adamo traspare dal fatto che egli pone il nome agli animali (Gen 2,20) e riconosce subito il ruolo e il compito della donna (Gen 2,23-24).
Ora, tutti questi doni, uniti alla grazia santificante, vengono a costituire lo stato di giustizia originale. L'uomo dotato di questi doni era veramente giusto da tutti i punti di vista, era un uomo completo e perfetto, davanti a Dio e davanti agli uomini.
Ma ci chiediamo: questa giustizia originale era riservata ai soli progenitori o era destinata a trasmettersi anche ai loro discendenti? A questo proposito il concilio di Trento insegna che Adamo ha perduto non solo per se, ma anche per noi, la santità e la grazia ricevuta da Dio. Egli quindi aveva ricevuto la grazia santificante non solo per se stesso, ma anche per i suoi discendenti. Ora, secondo l'insegnamento comune dei teologi, la stessa cosa vale anche per il doni preternaturali che accompagnavano la grazia santificante. Adamo quindi ricevette il dono della giustizia originale non solo come persona singola, ma come capo del genere umano, e quindi per tutto il genere umano medesimo. I doni della giustizia originale erano doni fatti alla natura, che dovevano, secondo il piano di Dio, trasmettersi con la natura e passare a tutti i discendenti di Adamo. La giustizia originale doveva essere al tempo stesso anche giustizia ereditaria. Sappiamo però che con il peccato originale il piano di Dio non si è realizzato, ma al contrario l'umanità è decaduta passando dallo stato di giustizia originale allo stato di peccato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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