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Riflessioni di don Daniele Dal Prà sul Matrimonio

Dal testo di Pavel Evdokimov

 

"IL MATRIMONIO SACRAMENTO DELL'AMORE"

P. Evdokimov, Il Matrimonio Sacramento dell'Amore,

Ed. Qiqaion, Magnano (BI) 2008

 

INTRODUZIONE

Il testo di Pavel Evdokimov (1), pensando una teologia personalista del matrimonio a due polmoni, suscita una riflessione capace di esprimere quanto di meglio vi sia nel contesto orientale ed occidentale sul mistero matrimoniale. Il messaggio che l’Autore ci vuole lasciare è appunto il sacramento del matrimonio visto come la consacrazione dell’amore umano: l’amore umano dell’uomo e della donna, celebrato liturgicamente viene costituito segno dell’amore stesso tra Cristo e la sua Chiesa, condizione che esprime in questa nuova unità, lo stesso amore Trinitario. Se anticamente, il kosmos era immagine dell’armonia perfetta, il popolo Israelitico, lungo tutta la sua storia della salvezza, interrompe la ciclicità storica del mondo greco, proiettando la storia e l’umanità verso un’attesa: quella del Messia. È questo evento, che ci rende consapevoli di conoscere oltre al peccato, lo stesso volto del Padre, incarnato nel suo figlio Gesù Cristo; l’Ideale stesso che facendosi carne (2) toglie l’uomo dalla sua solitudine.

 

RIFLESSIONE SUL TESTO

Il libro della Genesi, nella creazione, ponendo l’uomo al culmine graduale di questa opera divina, nella sua duplice natura materiale e spirituale, sottolinea come l’uomo sia non solamente un essere materiale chiamato a dominare la terra, ma una vera teofania di Dio nella creazione stessa. Questo stesso uomo per il peccato abdica a questo primato consumandosi in un’aberrazione profonda, una umanità divenuta esclusivamente carnale, perde la propria possibilità di ravvedersi, ed esce decimata dalle acque del diluvio. Attraverso il tempo l’uomo crea culti e religioni, il popolo eletto viene sommerso da un paganesimo imperante ma grazie alla sua idea del sacro, e nonostante le sue infedeltà ed adulteri, ogni volta, viene salvato dall’intervento di Dio, che come uno sposo fedele non viene meno alla sua Alleanza. L’avvento del cristianesimo introduce nuovamente l’uomo sopra la natura che lo circonda e centro di tutto l’universo; il Regno di Dio si manifesta, si impone da sé, anche se non mancano, nello scorrere del tempo cristiano squilibri e storture riguardo al primato materia-spirito. Questa lacerazione porterà nell’essere umano una dicotomia tra il fine spirituale che mira al cielo, e quello materiale legato alla carne, sino al punto di considerare ogni atto corporale una degradazione dell’uomo e sinonimo di peccato.
La proposta cristiana che cerca in ogni epoca di ricostruire questa unicità materia-spirito, come una seconda nascita dall’alto (3), ristabilisce questo rapporto tra spirito e natura, identico a quello nel paradiso terrestre prima della caduta. Questa nuova opportunità, nella quale l’ordine ristabilito trova unità nell’uomo nuovo, che si coglie all’interno di una nuova comunione con se stesso ed i suoi simili, e che partecipa del mondo come se non fosse del mondo (4), è la grazia di Dio che si china sull’essere umano, conducendolo con sé negli abissi della Trinità.
Questo fa si che, ogni uomo porti con sé una chiamata alla santità, spostando la conflittualità dai componenti dello spirito-materia a quelli di santità o peccato, un cambiamento profondo rinnova nell’uomo l’immagine e l’impronta di Dio, ed in Dio l’immagine di quel uomo, cui aspira a questa santità come unica soluzione alla sua esistenza.
Pavel nel sottolineare l’importanza del termine sacramento, cerca di mettere in risalto come i segni, esprimano lo spirituale, così come il corpo stesso, attraverso i suoi gesti diventi uno con lo spirito nell’azione liturgica. Se i sacramenti santificano l’ambito materiale nella sua interezza, allora nel sacramento del matrimonio, la sua essenza si ha nella trasfigurazione della loro unione fisica: l’uomo e la donna uniti da questo sacramento, non sono più due ma una sola carne. Infatti se l’Amore è Dio stesso che nel Cristo ci ha mostrato il suo volto di misericordia, l’amore affonda le sue radici nell’unità, e rivela come nel pensiero del Creatore sia sempre stato inseparabile l’aspetto maschile e femminile, sino al punto che isolatamente preso non è compiutamente uomo. Questo amore non può essere solitario, come non sono solitarie le tre Persone unite in una sola natura, ed è questa vitalità che esprime la vita dell’essere nella sua completezza.
Il Messia, inaugura nella casa di Cana, i suoi miracoli, dando luce a quel mistero profondo che lo lega alla sua Chiesa, le nozze infatti divengono preludio di quel miracolo eucaristico che concluderà la sua vita terrena, perché proprio in esso si ha una transustanziazione della natura. Il matrimonio è collocato in questa realtà che anticipa il Regno di Dio e ne è già una parziale realizzazione nel mondo: essi non formano l’immagine di qualcosa di terreno ma di Dio stesso (5). La realtà coniugale anteriore alla caduta è ristabilita nella casa di Cana grazie a Maria e al Signore Gesù i quali presiedendo alla festa fanno sì che si possa ribere il vino nuovo. Ciò che era separato non lo è più, questa nuova pentecoste, rivela come l’essenza stessa matrimoniale non sia solamente legata all’aspetto procreativo bensì anche a quello unitivo, anche se i figli apportano una nuova rivelazione, quella della paternità e maternità.
Il sacramento del matrimonio, supera vecchie concezioni attinenti la stessa sessualità umana, lo sposarsi non è un rimedio alla concupiscenza, ma essendo uomini e donne nel proprio essere, questo incontro sessuale è un’incontro estatico, per questo ogni trasgressione a questa verità porta in sé ripercussioni spirituali profonde, rendendo schiava la nostra natura umana della spietata legge della natura.
Ecco che a Cana è capovolto l’ordine della natura umana, quell’ordine che faceva si che il vino utilizzato alle nozze si esaurisse in fretta svuotandone il calice nuziale. Ora, il sì pronunciato all’altare risuona unico ed eterno, e la presenza dei testimoni significa una fedeltà che supera l’ambito privato della coscienza, un si che elude ogni individualità come una rinuncia al passato stesso.


CONCLUSIONE

Per Pavel è giunto il tempo perché si possa svelare in pienezza questa vocazione alla santità del matrimonio. Una chiamata che porta in sé il mistero per rispondere a quella avida folla di spettacoli malsani che sulle piazze e sui palcoscenici hanno strappato il velo nuziale trascinando nel fango l’abito bianco del matrimonio. Per il nostro autore è proprio il sacramento dell’amore reso vivo nell’ambito matrimoniale, a correggere quella separazione tra fede e vita che per troppo tempo, ha spinto molti a pensare che non potesse esserci la possibilità di conciliare la vita senza Cristo o il cristianesimo senza la vita, invece è proprio questa realtà matrimoniale, mistero dell’unità Trinitaria l’immagine umana che annuncia nella sua interezza il regno di Dio.
Se il sacramento fondante della creazione è un’immagine coniugale, l’escatologia che ci introduce verso il Regno, dove Dio sarà tutto in tutti, rimanda ognuno a ciò che sarà. Mentre il matrimonio ricorda l’origine, la castità annuncia questa appartenenza integrale a Cristo con il proprio essere indiviso.
Matrimonio e verginità, sono dunque i due pilastri che nella Chiesa santa di Dio, nell’attesa della sua venuta, innalzano l’unanime loda al Creatore: Vieni Signore Gesù.


1 PAVEL EVDOKIMOV, Il matrimonio sacramento dell’amore, Edizioni Qiqaion, Magnano (BI) 2008.
2 Gv. 1,14
3 Gv. 3,3
4 Cfr. 1 Cor. 7,29-31
5 Cfr. PAVEL EVDOKIMOV, Il matrimonio sacramento dell’amore, Qiqaion, Magnano (BI) 2008, 79.

 

 

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