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Omelia 1^ Domenica di Quaresima

Anno A

 Con la celebrazione di mercoledì scorso ed il rito delle ceneri, abbiamo dato inizio al Tempo della Quaresima, il cammino di 40 giorni che ci prepara alla Pasqua. Le ceneri che la Chiesa ha posto sul nostro capo, mentre ci ricordano la nostra condizione umana destinata a ritornare polvere, ci spingono a convertirci e credere al Vangelo. È una realtà che è protesa alla gioia pasquale, ma che ha origine nella nostra realtà di debolezza: la vita di ognuno di noi è davvero come polvere. È polvere il nostro orgoglio, il nostro desiderio di prevalere, il nostro sentirci tranquilli, la nostra sicurezza, il nostro protagonismo, il nostro affermarci.

Gli eventi ultimi del terremoto in Giappone vengono a rendere attuali queste nostre considerazioni, se pensiamo come un paese economicamente e tecnologicamente avanzato come il Giappone, nel giro di pochissimi secondi ha visto la sua normalità sconvolta dal tszunami e da un movimento tellurico, che lo ha costretto a mettersi in ginocchio. Tutte queste persone che come ogni giorno svolgevano la loro quotidianità, spostandosi in treno, nave, autobus, improvvisamente si sono trovate a fare i conti con la realtà della morte e del dolore…

 

Cari fratelli e sorelle, credo ci sia di aiuto ancora una volta la Parola del Signore e del suo Vangelo, davanti a questi eventi di natura apocalittica che superano la nostra mentalità odierna. Ci rendiamo conto, che non vi è nessuna novità se consideriamo le Parole stesse di Gesù pronunciate a riguardo del crollo della torre di Siloè: pensate che quelle persone fossero più peccatori di voi per avere avuto una tale sorte? No vi dico, ma se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo. È il Vangelo di oggi, che nel presentarci le tentazioni di Gesù, in un luogo concreto, il deserto, viene a chiamarci alla fede. Nel deserto, Gesù entra nel dramma dell’esistenza umana, è una discesa nei pericoli che minacciano l’uomo. Il dramma della nostra esistenza, è descritto nella 1° Lettura della liturgia: lasciato il giardino, l’uomo entra nel deserto della sua solitudine, della sua ricerca di affetto, di potere…

Le tentazioni di Gesù, come il Battesimo anticipano tutto il Suo cammino, e alla base di ogni tentazione, possiamo osservare, come ci sia l’inganno di voler rimuovere Dio, dalla nostra storia e dalla nostra vita. Il demonio, non ci invita a compiere il male, sarebbe troppo rozzo, come ci suggerisce Benedetto XVI nel suo commento al testo odierno, nel suo libro Gesù di Nazareth, ma al fatto che bisogna migliorare il mondo, e ciò non lo si fa con le illusioni, i sogni, le teorie; bensì con il reale: Pane e Potere, sembra prospettarci l’accusatore, nella 1° Tentazione: Se sei Figlio di Dio……………………...trasforma queste pietre in pane. Se sei Figlio di Dio … in diverse circostanze della sua vita, a volte per bocca dei sadducei altre dei farisei … o dall’alto della Croce per mezzo del ladrone con Lui crocifisso, viene chiesto a Gesù di dare dimostrazione della sua figliolanza e regalità: se tu sei il Cristo scendi dalla croce e salva te stesso e anche noi … trasforma le pietre in pane … basta siamo stanchi di questo cibo, erano migliori gli agli e le cipolle dell’Egitto, dirà Israele nel deserto, mormorando contro Mosè e contro Dio. Allora se sei … non dovresti porre fine alla fame di ogni uomo? Il sociale … se sei il Figlio di Dio … perché la fame nel mondo? Perché la sofferenza? Perché i bambini muoiono di fame? Quanto scandalo, noi stessi proviamo davanti a questi interrogativi esistenziali. È una tentazione che si è insinuata anche nella teologia in questi ultimi decenni, come teologia della liberazione, non risparmiando neppure molti uomini di Chiesa, specie nell’America Latina, davanti allo scandalo della povertà. Presbiteri e Vescovi, non hanno esitato a dire, ma quale Parola di Dio, qui la gente ha fame, ha bisogno di pane, ha bisogno di strutture socialmente giuste ed eque … ma quale Parola di Dio? Si fratelli, il Signore risponde con questo atteggiamento al tentatore: non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio. Ma allora perché, se il Signore è il Messia, promesso come liberatore da ogni ingiustizia, non elimina l’indigenza, e non si occupa dei poveri di questo mondo? Vedete, anche noi ogni giorno ci ritroviamo a fare i conti con questa tentazione: se esisti

Dio, devi mostrarti. Mormoriamo nel lavoro, perché arriva il terzo figlio, nel nostro profondo viene insinuato: perché devi soffrire se Dio è Amore? Signore perché ho questo carattere, questo fisico, perché non mi sono sposato, o forse il contrario: perché hai permesso che mi sposassi con questa donna? Non vedi che non mi comprende? Mandami un Angelo a spiegarmi tutto … allora forse crederò, capirò. Ognuno di noi, vive per assicurarsi tutto: la comodità, la felicità, l’avidità … Mentre il Signore, sconfigge il demonio ribadendo che non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio … Non è forse vero, che la storia umana, del secolo appena trascorso, ha dimostrato il fallimento di tutte quelle correnti filosofiche che pensavano di liberare l’uomo, rendendolo più uomo? Solo dopo la caduta del muro di Berlino, abbiamo potuto constatare come il marxismo, sorto proprio con nobili sentimenti di creare giustizia, e liberazione dalla povertà, ha non solo creato più ingiustizia e miseria, ma ha eliminato dal cuore dell’uomo, la verità ultima su se stesso. Spero di non essere frainteso, perché vi assicuro che non è mia intenzione, fare politica, ma bensì esaminare insieme a voi, come il Vangelo che è stato proclamato in questa 1° domenica di quaresima, è molto più profondo ed attuale di quello che possiamo credere. E può fare molto per svegliarci da quei sentimenti di tranquillità o di ipocrisia nei quali ci rifugiamo, come parte di quel contesto sociale di appartenenza, detto appunto capitalistico. Ecco così facciamo par condicio e non giudichiamo nessuno, ma è così anche nei confronti dei paesi cosiddetti del terzo mondo … noi che siamo parte di quelle nazioni definite capitalistiche, ci rendiamo conto in questi giorni che esiste il terzo mondo, perché le varie rivoluzioni che stanno interessando l’Africa, hanno fatto salire il prezzo del petrolio, allora mettendo mano al nostro portafoglio, quando siamo al distributore di benzina per fare rifornimento alla macchina, ci rendiamo conto che ci sono anche loro, si esiste il terzo mondo, ci sono degli esseri umani che si stanno combattendo, non è solo una realtà economica o di pozzi petroliferi, ma cosa sta succedendo? Un mondo globalizzato ci sta insegnando a prendere coscienza che il mio conto in banca, l’economia del nostro paese, la mia realtà economico-sociale, si scontra con popoli che non ho forse mai conosciuto, ma che mi costringono a fare i conti anche con loro, non solo con i nostri tassi di interesse … ma, dal fallimento delle borse, dalla crisi economico finanziaria, comincio a prendere coscienza, che c’è un mondo che esiste, al di là della mia contabilità. Solo allora, prendiamo coscienza, perché entra nella tasca di ognuno, una realtà di sofferenza. Allora ecco fratelli non di solo pane vive l’uomo … è una esperienza che cade in questo tempo quaresimale, di conversione … la Parola, presentandoci Gesù, tentato dal diavolo nel deserto, ci chiama ad entrare nella verità, nella verità dell’uomo … Gesù, non ci invita, ad una vita ascetica, disincarnata dalla realtà, ma a collocarci nel giusto contesto. È Lui stesso, che mentre oggi ci invita a vivere di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio, compirà la moltiplicazione dei pani, sfamando migliaia di persone e facendone anche avanzare. Ma allora perché? Perché in questo contesto della moltiplicazione si ricerca principalmente Dio, il pane viene implorato da Dio, e viene condiviso questo pane … ecco che cominciamo a comprendere come Gesù, non è indifferente ma ci colloca nel giusto contesto. Se il cuore dell’uomo non è buono, nessuna cosa potrà mai essere buona; rovesciare questo ordine crea necessariamente ingiustizia. Non sono le strutture che devono essere cambiate, ma il cuore stesso dell’uomo, il nostro cuore, oggi, davanti a questa Parola, è chiamato a cambiare, a convertirsi a Lui. Ritorniamo al Signore, che ha di noi misericordia e perdona. In questo mondo Dio non lo tocchiamo, ma lo troviamo con lo slancio del cuore, il nuovo esodo dall’Egitto, è questa conversione del cuore: solo così ci sarà pane per tutti.

Nella 2° Tentazione il demonio dice al Signore: Se sei Figlio di Dio………….gettati giù… È un dibattito potremmo dire, tra due esperti della Scrittura. Dopo il pane deve essere offerto qualcosa di sensazionale. Non vedi che sei senza potere, come crederanno? Sei un falegname, nato in un paese di periferia, figlio di Giuseppe e Maria, … ma chi ti potrà credere … Dio deve sottostare alle nostre condizioni affinché possiamo avere certezze, solo ciò che è logico può farci conoscere un evento come reale, solo ciò che sta nelle nostre mani siamo propensi a credere … ma Dio non si getta dal pinnacolo del Tempio bensì scende inerme nell’abisso della morte. È interessante osservare come il demonio si mette al posto di Dio, e ci invita a prendere il suo posto: chi siede nel Tempio, e chi sta in alto, anticipando così quanto ci descrive la terza tentazione? È il posto di Dio che il demonio và ad occupare, è la Divinità che siede all’interno del Tempio. E Satana occupa un posto che non è suo. Ma anche noi: questo Dio chi lo ha visto? Lo hai visto tu? Perché il male, perché devi soffrire? Prendendo spunto dalla sofferenza, il demonio ci invita a rinnegare Dio. Non è vero, che oggi la sofferenza il dolore, la vecchiaia non hanno più significato? Come il mondo ci invita a rispondere, a questo profondo non senso esistenziale? Eliminando il dolore, la sofferenza, l’uomo stesso che si trova nel particolare stato di malattia. Si parla molto di testamento biologico, di buona morte … i parlamenti europei fanno a gara, per legiferare, su una realtà, che il demonio ci presenta come un sofisma … perché tu non soffra, per aiutati a morire dolcemente … ma in realtà, l’uomo ha perso il suo valore, la sua dignità, e soprattutto deve eliminare quella componente di sé, che interroga ciascuno di noi su un fatto divenuto inaccettabile: la realtà della morte, della sofferenza, della Tutte queste cose saranno tue………………………se Tu prostrandoti mi adorerai È la terza tentazione cui è sotto posto Gesù, il diavolo gli mostra tutti i regni della terra offrendogli il dominio. È una tentazione dirà Benedetto XVI, che tante volte ha avuto la Chiesa, quando attraverso il potere temporale, ha cercato e cerca, di affermare la verità del Vangelo. Ma la gloria che qui il tentatore prospetta è racchiusa nell’etimologia del termine greco: doxa. È un potere effimero, un potere che si dissolve. Così come si sono dissolti tutti i regni prospettati a Gesù. Origene, nel commentare la realtà di Pilato alle prese con Gesù o Barabba ci aiuta a comprendere meglio: Bar-Abbas cioè il figlio del padre, un altro Gesù figlio del Padre. Colui che ci chiede ciò che è razionale. Cosa deve fare un salvatore del mondo? Morire in croce? No, deve spiegare i suoi eserciti, la sua regalità. È una tentazione di fronte alla quale anche gli apostoli, si ritrovano a fare i conti, nemmeno i suoi l’avevano compresa. È lo stesso Pietro, a ricordarcelo, quando, scandalizzato davanti all’annuncio della passione, dirà al suo maestro: non sia mai Signore … da questo contesto possiamo comprendere meglio la risposta di Gesù … vattene satana … si adesso comprendiamo quella risposta data ad un suo apostolo … tu che ragioni secondo gli uomini, invece che secondo Dio. Questo stesso Gesù, che invitato ad adorare lo spirito del male, risponde … adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi culto … perchè in un altro momento, dirà ai suoi raccolti sul monte … mi è stato dato ogni potere in cielo ed in terra … Perché non lo È la tentazione della gloria, del potere, di essere amato, stimato. Il demonio ti dice: io posso fare di te un monumento, una cosa grande …è la gloria ricercata con il denaro. Non è forse vero che tante volte ci alziamo alla mattina con questo desiderio di affermarci, di realizzarci, di vivere affinché l’altro ci ami, si accorga di noi, ma soprattutto combattiamo perché l’altro capisca chi siamo noi …

La Quaresima ci chiama oggi a scegliere, ognuno di noi dovrebbe porsi questa domanda: nella nostra vita oggi, Gesù di Nazareth, il figlio di Maria, il Figlio del Padre, ha qualche possibilità? Siamo disposti, ad assumere questo combattimento, per essere portati nel deserto della nostra vita, ed entrare in questa nuova relazione con Dio? O siamo più propensi a guardare all’esterno di noi stessi attraverso lo sguardo annebbiato della storia, la nostra umanità, chiedendoci piuttosto a cosa siano serviti duemila anni di cristianesimo? Se Gesù non ha portato la pace, il benessere, un mondo migliore … cosa ha portato? Non è forse vero, che anche oggi sussistono le ingiustizie? Le guerre, le rivoluzioni, non è forse vero che ancora nel nostro mondo vi è la fame, la povertà, …Ma allora Gesù, che cosa ha portato? Fratelli, il Signore ha portato la verità sul nostro destino, sulla nostra esistenza, ci ha Il Vangelo termina dicendo: e gli angeli lo servivano … si è rivelato come Figlio, perciò il cielo è aperto sopra di Lui … ecco la verità sulla nostra vita, sulla nostra esistenza. Cristo ha vinto la morte, è risorto, il cielo è aperto per noi … ecco la nostra realtà ultima, siamo chiamati al paradiso, a vivere per sempre … solo questa verità, cambia il cuore dell’uomo, rendendolo giusto e desideroso di amare. Solo questa realtà ci rende capaci, non solo di ridistribuire equamente i nostri averi, ma di dare la nostra stessa vita per i fratelli. Per questo possiamo attendere alla gloria eterna che ci è stata preparata, vincendo la nostra debolezza umana: Preghiera, Digiuno, Elemosina, sono le armi che la Chiesa mette nelle nostre mani, mentre muoviamo i primi passi di questo tempo quaresimale, verso la Pasqua del Signore Risorto.

Continuiamo adesso questa celebrazione, nella certezza che questa Parola, prende carne su questo altare, Io Sono il Pane vero disceso dal cielo dice Gesù di se stesso, ecco fratelli questo Pane discende ora dal cielo, spezzandosi per tutti noi.

 

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